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14 giu 2018


RECENSIONE UNA STORIA CRUDELE


NOME DEL LIBRO: Una storia crudele
AUTRICE: Natsuo Kirino
FORMATO: Cartaceo
EDITORE: Beat 
GENERE: Thriller




Salve lettori, ho scelto di recensire questo libro perché l'ho apprezzato fin troppo per non dedicargli qualche parola in più. Spero, con la mia recensione, di incuriosire e invogliare anche voi in questa lettura che, a parer mio, non vi potrà deludere.

TRAMA

La protagonista del romanzo, Ubakata Keiko, è una scrittrice di successo che, dopo un periodo di crisi di  creatività scompare lasciando a casa un manoscritto dal titolo 'Una storia crudele' appunto, con un post-it in cui dice di recapitare il racconto all'editor della casa editrice per cui lavora. A trovarlo è stato il marito che, ovviamente, ha letto il manoscritto per poi mandarlo come da richiesta al Dott. Yahagi allegando una lettera in cui spiega della scomparsa della moglie.
'Una storia crudele' racconta di Keiko e del suo essere solitaria all'età  di dieci anni; racconta di come è stata rapita nei pressi di un quartiere poco raccomandato per una bambina e di come, successivamente, ha passato un' anno e mezzo di prigionia.
Racconta in seguito anche del suo rilascio e di tutte le emozioni che sono conseguite, del divorzio dei genitori, e del nuovo rapporto con sua madre, del tempo in ospedale e dei vari personaggi che l'hanno accompagnata (anche se non sempre molto graditi) come la psichiatra, la poliziotta ed il procuratore Miyasaka, che avrà poi un ruolo particolare nella storia, del libro che aveva pubblicato a soli 17 anni 'Come il fango' che le fa vincere dei premi. Racconta di come quel periodo di prigionia l'abbia fatta cambiare, del rapporto tra Kenji (il suo rapitore) e Yatabe e di tutte le varianti della faccenda che lei sogna o immagina.
Ovviamente il manoscritto lascia interdetto il Dott. Yahagi (in quanto Keiko non aveva mai raccontato di ciò che le era capitato) , che inizia una corrispondenza con il marito che gli  rivela che, in fondo, non tutto ciò che ha letto corrisponde alla verità.

PARERE FINALE

Non credo di riuscire a trovare le parole giuste per descrivere questo libro che credo sia tra l'altro molto sottovalutato o, comunque, troppo poco conosciuto. Mi ha scombussolata in certi momenti, un po' spaesata e anche turbata; certamente l'immaginario di una bambina che viene rapita non è dei migliori e questo mi ha portata anche ad una certa tristezza a volte. Più andavo avanti con il libro e più volevo saperne, la curiosità non è cessata mai e non c'è stato un attimo in cui il libro mi ha delusa o mi ha annoiata. Ho letto in ogni momento in cui ho potuto perché non volevo staccarmene mai, in più il modo di scrivere della Kirino è abbastanza coinvolgente e scorrevole.
Una cosa che ho molto apprezzato del libro è stata anche la presenza di un glossario alla fine in cui si trovano tutte le parole giapponesi ( che durante il racconto sono scritte in corsivo, per evidenziarle in qualche modo) con i loro significati, ho potuto così imparare qualche parole e anche qualche usanza\festa presenti in Giappone.
La storia in certi tratti mi ha anche stupita, certe cose non me le aspettavo proprio e questo ha reso il libro ancora più bello e sicuramente mi ha invogliata a leggere al più presto qualcos'altro di suo.
Mi sono chiesta in alcuni momenti se potesse esistere una bambina con tanto coraggio e tanta intelligenza e, contemporaneamente, mi ha reso inquieta il pensiero che al mondo, purtroppo, casi del genere possono accadere realmente; quindi il romanzo mi ha molto appassionata e, al contempo, mi ha fatto riflettere su delle tematiche non così lontane da noi.

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